Utilizzare mini-scosse al cervello per sconfiggere la dipendenza da cocaina. E’ quanto rivela uno studio pilota targato Italia pubblicato sulla rivista European Neuropsychopharmacology, svolto in collaborazione con il National Institute on Drug Abuse (Nida), e realizzato presso l’Università di Padova, insieme all’Irccs San Camillo di Venezia. I risultati ottenuti dimostrano che potrebbe trattarsi del primo trattamento medico per curare la dipendenza.
Nello studio sono stati coinvolti 32 cocainomani, metà dei quali trattati con stimolazione magnetica transcranica, gli altri con farmaci che alleviano la sindrome d’astinenza. Metodica utilizzata in psichiatria e utile nel trattamento di condizioni come la depressione, la TMS consiste nell’applicare dall’esterno (poggiando una sonda sulla testa) impulsi magnetici indirizzati su un’area del cervello ben localizzata. In questo caso la stimolazione viene applicata alla ‘corteccia dorsolaterale prefrontale’, un’area coinvolta nei processi decisionali.
Il 69% (11 pazienti) del gruppo trattato con TMS non ha avuto ricadute nell’uso di cocaina, contro appena il 19% (3 pazienti) dei soggetti trattati con farmaci. “Abbiamo continuato a seguire i pazienti dello studio, fino ad oltre un anno – rileva Bonci – e i miglioramenti sembrano mantenersi nel tempo”.
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi si congratula con i ricercatori che hanno individuato “un trattamento efficace, sicuro e non invasivo per ridurre la dipendenza da cocaina”. “Questi importanti risultati, messi a disposizione con passione e generosità dai ricercatori a tutta la comunità scientifica internazionale, sono il segno della ricerca italiana che coniuga etica e salute e sono la prova di un impegno i cui effetti hanno un valore enorme sia per gli individui sia per la collettività”, precisa Ricciardi.