Dalla ricerca alla clinica: come la scienza supporta l’uso della TMS nelle dipendenze

Primo piano di uno stetoscopio poggiato su un libro aperto, accanto a un paio di occhiali da lettura. L'immagine rappresenta il legame tra conoscenza medica, ricerca scientifica e pratica clinica.

Negli ultimi decenni, la ricerca neuroscientifica ha rivoluzionato il trattamento delle dipendenze, aprendo la strada a terapie innovative che si affiancano ai  tradizionali approcci farmacologici e psicoterapeutici. Tra queste, la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) si sta affermando come una delle metodologie più promettenti. Ma quali sono le evidenze scientifiche che ne supportano l’efficacia? E in che modo la TMS può integrarsi nella pratica clinica per garantire risultati duraturi? In questo articolo esploreremo le basi scientifiche della TMS, i suoi effetti terapeutici e le strategie per mantenere i benefici nel lungo termine.

Un nuovo paradigma: la dipendenza come malattia cerebrale

Il team del Professor Luigi Gallimberti adotta un approccio profondamente innovativo nel trattamento delle dipendenze, considerandole non semplicemente come disturbi comportamentali o devianze sociali, ma come vere e proprie malattie del cervello, con basi neurobiologiche ben definite. Questo cambio di paradigma ha aperto la strada a un metodo terapeutico completamente nuovo, che non si limita a lavorare sull’aspetto psicologico del paziente, ma agisce direttamente sulle aree cerebrali coinvolte nel craving e nel controllo inibitorio. È in questo contesto che si inserisce l’utilizzo pionieristico della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), promossa da anni dal team Gallimberti. I risultati sono sorprendenti: riduzione marcata del desiderio compulsivo e miglioramento della qualità della vita.

Un ricercatore in camice bianco scrive appunti su un blocco note all'interno di un laboratorio scientifico. In primo piano si notano flaconi di vetro e provette contenenti liquidi colorati, simboli del contesto di ricerca.
Un ricercatore in camice bianco scrive appunti su un blocco note all’interno di un laboratorio scientifico. In primo piano si notano flaconi di vetro e provette contenenti liquidi colorati, simboli del contesto di ricerca.

Le basi scientifiche della TMS

La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) è una tecnica non invasiva che utilizza impulsi magnetici che influenzano l’attività neuronale in specifiche aree del cervello. Nel contesto delle dipendenze, numerosi studi hanno dimostrato come questa metodica possa influenzare i circuiti della gratificazione e del controllo inibitorio, due elementi chiave nella regolazione del comportamento impulsivo e compulsivo.

Le ricerche più recenti evidenziano che la TMS è particolarmente efficace nel modulare  l’attività della corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC), una regione cerebrale implicata nei processi decisionali e nel controllo degli impulsi. Nei soggetti affetti da dipendenza, questa zona appare spesso ipofunzionante e questo compromette la loro capacità di resistere agli stimoli che inducono al consumo di sostanze. La TMS, attraverso una stimolazione mirata, aiuta a riequilibrare l’attività neurale , favorendo una maggiore capacità di autocontrollo.

Gratificazione e controllo inibitorio: due forze in equilibrio

Alla base dei comportamenti legati alla dipendenza vi è un delicato equilibrio tra due sistemi cerebrali fondamentali: quello della gratificazione e quello del controllo inibitorio. Il primo è legato al circuito della ricompensa, centrato attorno al nucleo accumbens e al sistema dopaminergico mesolimbico, ed è responsabile della sensazione di piacere e del rinforzo comportamentale. Quando un comportamento (come l’assunzione di una sostanza) produce una gratificazione intensa, il cervello tende a ripeterlo consolidando un comportamento disfunzionale.

Il controllo inibitorio, al contrario, ha sede principalmente nella corteccia prefrontale, in particolare nella corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) e ventromediale. Questa rete è deputata alla capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni, resistere agli impulsi e regolare emozioni e comportamento in favore degli obiettivi a lungo termine.

Nelle persone con dipendenze, questi due sistemi risultano sbilanciati: il circuito della gratificazione è iperattivato, mentre quello del controllo inibitorio è ipofunzionante.

Evidenze scientifiche sull’efficacia della TMS

La validità della TMS nelle dipendenze è supportata da studi clinici e da rassegne sistematiche che ne attestano l’efficacia nel ridurre il craving (desiderio compulsivo di sostanze) e alleviare i sintomi dell’astinenza. Alcuni esempi significativi includono:

  • Alcolismo: Ricerche condotte su pazienti con disturbo da uso di alcol hanno mostrato una riduzione significativa del craving e un miglioramento nel mantenimento dell’astinenza dopo un ciclo di TMS.
  • Cocaina e altre sostanze: Trial clinici hanno evidenziato che l’uso della TMS riduce il consumo di cocaina, suggerendo un impatto positivo sulla regolazione dei circuiti cerebrali coinvolti nella dipendenza.

Nel complesso, diversi studi hanno evidenziato che la TMS può offrire risultati positivi, rappresentando un importante passo avanti nel trattamento delle dipendenze, anche se resta fondamentale proseguire la ricerca per ottimizzare i protocolli di stimolazione e definire strategie terapeutiche sempre più efficaci.

Guarigione dalla dipendenza dopo la TMS: è definitiva?

Un aspetto fondamentale da chiarire è se la TMS possa garantire una guarigione definitiva dalla dipendenza. Sebbene la TMS possa apportare enormi benefici nel migliorare il controllo dell’impulso, non rappresenta una “cura” definitiva. La dipendenza è un disturbo complesso, influenzato da fattori biologici, psicologici e sociali, e richiede un approccio multidimensionale per garantire risultati a lungo termine.

Studi di follow-up a medio/lungo termine indicano che, senza un adeguato supporto post-terapia, alcuni pazienti possono essere a rischio di ricaduta. La neuroplasticità cerebrale indotta dalla TMS può favorire una migliore regolazione comportamentale, ma è essenziale consolidare questi risultati attraverso strategie di prevenzione della ricaduta.

Strategie per prevenire le ricadute dopo la TMS

Per massimizzare i benefici della TMS e ridurre il rischio di ricadute, è fondamentale adottare un piano terapeutico integrato, che includa:

  1. Monitoraggio clinico continuo: Visite di follow-up e valutazioni periodiche per individuare precocemente eventuali segnali di ricaduta.
  2. Supporto psicologico: L’integrazione della TMS con un percorso di psicoterapia può aiutare i pazienti a sviluppare strategie per gestire le situazioni di rischio (sebbene non sia obbligatoria per tutti).
  3. Cambiamenti nello stile di vita: Adottare abitudini salutari, come l’attività fisica e una dieta equilibrata, può migliorare il benessere generale e ridurre il rischio di ricaduta.
  4. Coinvolgimento di reti di supporto: Gruppi di auto-aiuto e il coinvolgimento della famiglia possono fornire un sostegno cruciale nel lungo termine.
  5. Possibili richiami di TMS: In alcuni casi, cicli di richiamo della TMS possono essere utili per consolidare gli effetti terapeutici e prevenire eventuali ricadute.

La Stimolazione Magnetica Transcranica rappresenta una delle terapie innovative e promettenti per il trattamento delle dipendenze.Grazie alla sua capacità di modulare l’attività cerebrale in modo mirato e non invasivo la TMS offre una nuova frontiera terapeutica i ai pazienti in percorso di recupero. L’innovazione in campo terapeutico sta aprendo nuove prospettive nel trattamento delle dipendenze, e la TMS si conferma un pilastro fondamentale di questa rivoluzione scientifica e clinica.

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