Altro che buone notizie. Se si arriverà ad un utilizzo realisticamente ampio ed efficace di questa nuova metodologia, il mondo oscuro e impenetrabile delle tossicodipendenze potrebbe diventare decisamente più roseo e luminoso di quanto mai si sia osato sperare.
Nello scorso mese di dicembre la rivista scientifica European Neuropsychopharmacology pubblicava un articolo del primo studio sull’utilità di un trattamento mediante TMS in pazienti con grave dipendenza da cocaina. L’utilizzo di impulsi magnetici indirizzati a precise aree del cervello si è rivelato decisamente incisivo nel trattamento di persone da tempo dipendenti da cocaina. I risultati riportati inducono a sperare che finalmente si possa disporre di un primo efficace trattamento medico per la dipendenza da cocaina.
Il lavoro scientifico si è svolto a cavallo dell’Atlantico, tra America ed Europa, da ricercatori italiani:Antonello Bonci, direttore scientifico dell’autorevole NIDA (National Institute of Drug Abuse, Baltimora, USA), Luigi Gallimberti, psichiatra e tossicologo, e Alberto Terraneo, neuropsicologo. L’idea nasce e si struttura ad opera di Bonci e viene poi implementata e messa in pratica da parte di Gallimberti e Terraneo presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova in collaborazione con l’IRCCS San Camillo di Venezia, coinvolgendo diverse persone bisognose di un trattamento anti-cocaina.
Partendo dalla conoscenza che l’uso continuativo della cocaina arreca danni alla corteccia prefrontale, i ricercatori hanno sperimentato e messo a punto una tecnica di stimolazione di quell’area riuscendo, per così dire, a “riaccendere” la parte in precedenza “spenta” dalla cocaina.
Circa due terzi delle persone trattate con questa terapia hanno realizzato la sostanziale scomparsa del “craving”, cioè di quella insaziabile fame di sostanza che è caratteristica della tossicodipendenza.