Ora in Italia c’è qualcosa che sta stravolgendo i metodi di cura della dipendenza da cocaina: la Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva.
Dott. Gallimberti, il cervello è lì il segreto delle dipendenze, vero?
«Sì. Prendiamo la cocaina. L’uso cronico danneggia la corteccia prefrontale, cioè la zona del cervello posta dietro la fronte, e una parte di essa si spegne, funziona ad esempio per l’80 per cento in meno».
Detta così, la dipendenza da coca sembra essere una malattia.
«Lo è. Il cocainomane ha una malattia del cervello. Come il Parkinson».
E voi la curate con una tecnica neurofisiologica che si chiama Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva (TMS).
«Sta dando risultati molto incoraggianti: è priva di controindicazioni, non è invasiva e i risultati sembrano persistere nel tempo. Lo studio pilota ha coinvolto 32 persone in cerca di un trattamento per la dipendenza da coca. Un gruppo sperimentale di 16 pazienti è stato trattato con stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, mentre gli altri 16 pazienti hanno ricevuto farmaci tradizionalmente utilizzati per alleviare i sintomi astinenziali associati a quelli della dipendenza. Tutti i pazienti del gruppo TMS sono arrivati alla fine del percorso e gli esami delle urine hanno dimostrato che circa l’80 per cento di loro era cocaine-free, mentre solo circa il 30 per cento del secondo gruppo è arrivato alla fine della sperimentazione con le urine pulite».
E così il risultato di questo studio pilota è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista “European Neuropsychopharmacology”. E da quel momento avete iniziato a trattare le dipendenze da cocaina qui a Padova: primi al mondo a farlo in questo modo. Raccontiamo nei dettagli come funziona.
«Si effettua un primo colloquio in cui il paziente si racconta. Poi sottoponiamo la persona ad alcuni test, finalizzati in particolare a valutare i problemi psicologici e il desiderio di coca. Seguono degli esami delle urine per verificare se ci sono tracce di droga. E poi si inizia con il trattamento».
In cosa consiste, di preciso?
«Dopo aver localizzato con precisione millimetrica la corteccia dorsale prefrontale superiore sinistra (della dimensione di una piccola moneta), somministriamo delle onde magnetiche. Questa stimolazione riattiva numerose connessioni sinaptiche che si erano disattivate a causa dell’uso della coca, ripristinando le normali funzioni cerebrali. Il ripristino determina una maggior produzione di dopamina, la sostanza che nel cervello fa provare a tutti noi il piacere. Questo porta anche all’estinzione del desiderio di assumere cocaina».
Quanto dura una seduta?
«Dodici minuti durante i quali vengono erogati circa 2400 impulsi magnetici mentre il soggetto, seduto in poltrona e vigile, osserva proiettato su uno schermo ciò che avviene nel suo cervello senza provare alcun fastidio. Facciamo due somministrazioni al giorno per i primi cinque giorni, intervallate da almeno 30 minuti».
Poi?
«Una seduta di due somministrazioni a settimana per undici settimane. Alla fine, dopo 90 giorni, ci sono buone probabilità che la dipendenza da coca sia estinta».
Abbinate dei farmaci?
«Solo per i 90 giorni. Una medicina che serve per non bere».
Avete avuto in cura molti pazienti finora?
«Da settembre 2013 ad aprile 2016 ne sono stati trattati 301: 170 per la coca e gli altri per diverse dipendenze».
C’è un personaggio tipo che si rivolge a voi?
«No, la dipendenza da cocaina colpisce chiunque: abbiamo ragazzi appena maggiorenni, ma anche persone di 70 anni. E qualsiasi ceto sociale».