Fondazione Umberto Veronesi – Una «scossa» al cervello contro la dipendenza dalla cocaina
Stimolazione Magnetica Transcranica: una speranza contro la dipendenza da cocaina
Un cerchietto di ceramica, capace di generare un campo magnetico attraverso la stimolazione magnetica transcranica (TMS), potrebbe rappresentare la risposta tanto attesa alla dipendenza da cocaina, che attanaglia circa 500.000 italiani. Questa innovativa tecnica, utilizzata anche per trattare depressione e dolore neuropatico, sta dimostrando risultati promettenti nel ridurre i sintomi da astinenza e l’uso di cocaina.
I risultati dello studio sulla TMS
La notizia arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista European Neuropsychopharmacology, che ha coinvolto 32 persone in cerca di un trattamento per la dipendenza da cocaina.
- Gruppo sperimentale: 16 pazienti sono stati trattati con stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (TMS).
- Gruppo di controllo: 16 pazienti hanno ricevuto farmaci per alleviare i sintomi dell’astinenza.
I risultati:
- Il 69% dei pazienti trattati con TMS non ha avuto ricadute, contro il 19% del gruppo trattato con farmaci.
- I pazienti del gruppo TMS hanno mostrato una forte riduzione dei sintomi da astinenza e dell’uso di droga rispetto al gruppo di controllo.
Come funziona la TMS
La TMS utilizza impulsi magnetici mirati alla corteccia prefrontale dorsolaterale, un’area del cervello danneggiata dall’abuso di cocaina. Questo trattamento non invasivo:
- Riduce i sintomi da astinenza.
- Ripristina la plasticità neuronale, migliorando la funzionalità cerebrale.
- Offre benefici a lungo termine, con risultati osservati fino a un anno dall’inizio della terapia.
Ricerca italiana: un contributo globale
Il successo dello studio riflette l’eccellenza della ricerca italiana. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, ha elogiato il progetto, sottolineando il valore etico e sociale di questa innovazione.
A guidare la ricerca troviamo:
- Antonello Bonci, direttore scientifico del National Institute on Drug Abuse (NIDA) di Bethesda.
- Luigi Gallimberti e Alberto Terraneo, operativi all’Ospedale San Camillo di Venezia.
- Due ricercatori dell’Università di Padova: Marina Saladini e Mario Ermani.